La città di noto è situata a 32 km da Siracusa a 165m di altitudine sul livello del mare. Si trova in un territorio prevalentemente montuoso dominato dall’ Alveria, l’altipiano dove sorgeva Noto Antica, con rilevi che scendono digradando verso il mare con incantevoli spiagge, splendide insenature e piccoli porti naturali.
Il clima della zona è di tipo mediterraneo caratterizzato da inverni miti ed estati calde e secche rese meno afose dai venti che provengono dai rilievi circostanti tra i quali scorro fiumi di breve corso e a carattere torrentizio.
Il territorio di Noto è di significativa importanza a livello naturalistico tanto che comprende ben due Riserve Naturali che, insieme alle caratteristiche storiche, hanno permesso alla città di far parte del Patrimonio dell’umanità dell’ Unesco nel 2002.
La caratteristica principale della città è sicuramente il suo aspetto barocco, visibile già dall’impianto urbanistico unitario a schema ortogonale assolutamente regolare diviso da viali paralleli.
Un cospicuo patrimonio artistico ha permesso a Noto di essere denominata la “capitale del barocco“; questa grande ricchezza artistica attira ogni anno moltissimi turisti sia siciliani, che qui riscoprono parte della loro storia, sia turisti provenienti dal resto d’Italia e dal resto del mondo.
Ancora lontana dal chiassoso turismo di massa, Noto offre ai visitatori un’atmosfera raffinata e genuina da gustare anche nelle tipiche trattorie dove si possono assaggiare molteplici specialità gastronomiche della zona.
Noto, come tutta la provincia di Siracusa, è un grande centro di produzione di frutta secca in genere ma in special modo di mandarle. La più famosa è la mandorla D’Avola dalla forma ovale regolare, perfetta per la produzione di confetti ma anche per le molteplici specialità dolciarie come i gelati, le confetture, i torroni e le paste reali che rispecchiano nella loro sontuosità la ricchezza barocca dell’architettura cittadina.
La storia e il Barocco
Nel territorio di Noto sono state ritrovate testimonianze della presenza umana fin dai tempi più remoti. Una fra queste è il villaggio necropoli di Castelluccio risalente all’età del bronzo, dove sono state scoperte moltissime tombe con i corredi funebri pressochè intatti.
I reperti sono oggi conservati al Museo Archeologico di Siracusa dove sono esposti vasi riccamente decorati e le grandi pietre poste a chiusura delle tombe.
Secondo la leggenda la città di Noto sarebbe stata fondata sul colle della Mendola, nel V sec. a.C il principe Ducezio trasferì l’antica città di Neas sull’altopiano dell’ Alveria.
Durante il dominio greco (II sec. a.C) Noto attraversò un periodo particolarmente fiorente a livello produttivo contrariamente al successivo periodo romano di cui rimangono pochissime testimonianze.
Nella seconda metà del IX sec. d.C Noto fu conquistata dagli Arabi e riacquistò il suo antico splendore e la sua importanza tanto da diventare capoluogo di uno dei tra Valli che dividevano la Sicilia. Grazie agli arabi vennero introdotte nuove coltivazioni che diedero un nuovo grande impulso all’agricoltura e al commercio siciliano.
Questo periodo particolarmente florido continuo con i Normanni durante il cui dominio Noto vide la fondazione di numerose chiese.
Seguì il buio periodo angioino e il periodo aragonese caratterizzato da carestie, lotte intestine fra le varie fazioni nobiliari e invasioni barbariche per le quali vennero potenziate le difese con poderose costruzioni militari.
Via Nicolaci e Palazzo Nicolaci
Sul lato destro di Corso Vittorio Emanuele si trova Palazzo Nicolaci di Villadorata da cui prende il nome la via che lo costeggia. E’ un’abitazione nobiliare di grande prestigio risalente ai primi del Settecento. Il grandissimo edificio costruito su disegno di Vincenzo Sinatra