Chiese Aperte in Sicilia, ecco quali visitare
Chiese Aperte in Sicilia, ecco quelle che Cosa fare in Sicilia vi suggerisce di visitare.
L’iniziativa Chiese Aperte anche in Sicilia
Numerose le chiese siciliane che apriranno il loro patrimonio artistico alla visione dell’opinione pubblica.
Domenica 8 Maggio, in occasione di “Chiese Aperte” evento nazionale targato Archeoclub D’Italia e giunto alla 28esima edizione, tante saranno le chiese spesso inaccessibili aperte al pubblico.
Dopo tre anni, finalmente si ritorna in presenza, ecco quali patrimoni artistici rinchiusi nelle chiese saranno visitabili dal pubblico.
Le Chiese Aperte di Sicilia eccone alcune
A Porto Empedocle, apriremo la Chiesa di Maria SS. del Buon Consiglio, ad Aidone invece in particolare la Chiesa di San Marco, Madonna delle Grazie, di San Lorenzo, di Sant’Antonio, a Lentini la Chiesa di San Francesco Di Paola, a Paternò le chiese di San Marco, di Cristo al Monte, la Chiesa di San Giacomo Apostolo Maggiore e nel Parco Nazionale delle Madonie ben 18 chiese in 8 borghi”.
Lo ha annunciato Pippo Cosentino, Coordinatore Archeoclub D’Italia Sicilia alla stampa
Porto Empedocle
“La prima chiesa di Porto Empedocle, la cosiddetta vecchia chiesa della Madonna del Buon Consiglio oggi la conosciamo come Auditorium San Gerlando, una dedica al Santo e Patrono.
Della storia di questa piccola chiesetta si conosce ben poco – ha continuato Cosentino – ma avremo modo di approfondirne la conoscenza. Sappiamo, che fu intitolata alla Madonna del Buon Consiglio, che fu costruita e probabilmente allargata in vari tempi, tra il 1740 e il 1787.
L’idea di dedicare la nuova chiesa alla Madonna del Buon Consiglio pare sia venuta ad un napoletano che regalò un bel quadro di questa Madonna la cui devozione era particolarmente sentita in Ciociaria e nel Napoletano. Dunque ne vedremo i capolavori al suo interno!”
Aidone
“Ad Aidone, Domenica 8 Maggio, apertura straordinaria della chiesa di San Marco verrà aperta dalle ore 10,30 alle ore 12,30, ma anche della Madonna delle Grazie, di San Lorenzo e di Sant’Antonio però dalle ore 15 alle ore 18.
La chiesa della Madonna delle Grazie fu costruita nel 1618, in seguito al ritrovamento da parte di un contadino del luogo, di un immagine della Madonna.
La chiesa è ad unica navata. All’interno è presente un altare di legno dipinto in stile barocco; un quadro del ‘600 della Santa Vergine col bambino lattante, dipinto su ardesia da Pietro Novelli.
Vedremo anche una grande tela di autore ignoto del 1642, raffigurante le sante vergini siciliane Lucia ed Agata ed altri affreschi ormai danneggiati dall’umidità e ormai illeggibili.
Al quadro della Vergine con il Bambino – ha dichiarato Cosentino – legata una delle leggende aidonesi che i volontari di Archeoclub D’Italia sede di Aidone racconteranno .
Lentini
“A Lentini presso la Chiesa di San Francesco Di Paola, vedremo un organo davvero unico.
La cassa rastremata finemente decorata e riccamente intagliata, sormontata da fastigio e volute a riccio laterale. Due cuspidi di canne ( due campate di 9+9), sorrette da fastigi dorati, sono inserite entro tre paraste dipinte e dorate, con basette e capitelli anch’essi dorati contenenti un fastigio discendente.
Fregi floreali si osservano anche negli spazi sopra le cuspidi. La composizione fonica dello strumento, a partire dalla facciata verso il fondo, risulta essere la seguente: principale, ottava, flauto, decimaquinta, decimanona, vigesimaseconda, vigesimasesta.
La chiesa di San Francesco di Paola, fu costruita nei primi anni del ‘500 su di una proprietà dell’Ordine dei Cavalieri Templari.
Fu ricostruita dopo il terremoto del 1693 sulle rovine della chiesa del cinquecentesco complesso monastico francescano dei Frati Minimi, Una certezza storica è che il 10 dicembre 1854 con atto stipulato a Palermo, il Priore della Chiesa di Sant’Andrea apostolo di Lentini, don Luigi d’Amato cappellano di S.M., donava la chiesa ai padri Minimi, l’ordine monastico voluto da San Francesco di Paola.
Paternò
La chiesa di San Marco è un prezioso gioiello storico-artistico edificato durante il periodo Normanno, probabilmente negli anni della contea. Nella seconda metà del XX secolo la chiesetta, unica sopravvivenza del Monastero di San Marco, si ritenne distrutta.
L’unico documento che attesta l’esistenza della chiesa è un testamento del 1185, alla cui sottoscrizione partecipò il presbitero.
“C’è la chiesa di San Giacomo Apostolo Maggiore a Paternò. La testimonianza più antica, all’interno del corpus delle fonti, è un documento manoscritto, datato 8 Settembre 1553, che contiene i Capitoli della Confraternita e menziona l’esistenza della Chiesa.
Il registro inferiore è decorato da un altorilievo raffigurante la conchiglia iacobea, alternato a festoni classicheggianti; quello superiore ripropone il tema dei festoni ai lati del tabernacolo. Sopra l’altare, entro una nicchia semicircolare, è alloggiata la statua di culto di San Giacomo, in cartapesta su anima lignea.
18 chiese aperte nelle Madonie per l’evento
Domenica 8 Maggio, nasce un progetto sperimentale innovativo: un itinerario culturale che vedrà insieme ben 18 chiese e 8 borghi delle Madonie!
Dunque e per la prima volta nasce un itinerario incentrato sulla visita alle chiese, al cui interno ci sono le sculture dell’artista carrarese del ‘500.
Ben 18 chiese al cui interno sarà possibile ammirare opere diverse ma dello stesso artista del ‘500! Cattedrale, l’Annunziata, Santuario di Gibilmanna a Cefalù, Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, Badia e Santa Maria di Gesù a Caltavuturo, Chiesa di San Cataldo e Chiesa Madre di San Nicolò a Gangi ed ancora Chiesa di Santa Maria La Porta a Geraci Siculo, Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, Loreto e Chiesa Madre, Chiesa di San Giovanni Battista, Santa Maria della Fontana e Chiesa della Trinità Badia a Petralia Sottana, Chiesa di Santa Maria Assunta a Polizzi Generosa, Chiesa di Santa Maria De Francis e Chiesa Madre di San Giorgio a San Mauro Castelverde.
“In Sicilia ci sono ben 18 chiese, in 8 comuni che hanno 8 opere dello stesso artista e di un artista non siciliano. Si tratta dello scultore toscano Francesco Del Mastro, risalenti al periodo che va dal 1510 al 1535.