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Le leggende delle Teste di Moro.

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Le teste di Moro

Le leggende delle Teste di Moro.

Conoscete le leggende delle famose Teste di Moro siciliane?

No? Cosa fare in Sicilia ve le svela entrambe

 

I protagonisti di questa leggenda sono: un giovane Moro e una fanciulla siciliana. Ci troviamo intorno all’anno 1100, periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere arabo di Palermo “Al Hàlisah” (che significa l’eletta) oggi chiamato Kalsa.
Un giorno sotto casa sua passò un moro (un arabo) e vedendola se ne innamorò perdutamente tanto da dichiararle il suo amore.

Lei rimase molto colpita e ricambiò subito il sentimento.

I due si incontrarono spesso ma, ad un certo punto, egli comunicò alla donna che sarebbe dovuto tornare in patria dove lo attendevano le mogli. A quel punto la giovane, presa dalla gelosia, con un gesto rabbioso, mozzò la testa dell’amato e, dopo averla svuotata, la utilizzò come vaso per il suo basilico, che innaffiava con le proprie lacrime.

La fanciulla sapeva che, questa pianta profumata (dal greco “Basileus – Re“), rappresenta difatti l’erba dei sovrani; in tal modo, nonostante il terribile atto compiuto, ella continuava a prendersi cura del suo adorato come fosse il suo re.

Tutti gli abitanti del quartiere, presi dall’ invidia, per quell’insolito vaso con la testa del “nemico” si fecero costruire dei vasi di terracotta a forma di testa di moro, fino a che divenne una moda.

Altra versione della leggenda vede invece una fanciulla siciliana, di nobili origini, che visse un amore clandestino con un giovane arabo e, per questo atto disonorevole, fu punita con la decapitazione di entrambi. La vergogna di quell’amore fu, inoltre, proclamata dall’affissione di entrambe le teste, trasformate per l’occasione in vasi, su di una balconata. Questa visione sarebbe servita da monito a chi avesse osato abbandonarsi a passioni illecite e disdicevoli.