Immacolata festa cristiana ma anche di colori e di piatti legati alla tradizione culinaria siciliana. Cosa fare in Sicilia vi svela qualche curiosità legata a questa solennità.
La festa dell’8 dicembre : Immacolata Concezione
La devozione verso la Madonna è talmente forte in Sicilia che Pio XII proclamò l’Isola “Feudo di Maria”.
Se la Chiesa promulgò con Pio IX nel 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione, il popolo siciliano e l’episcopato locale già nel 1655 anticiparono i tempi dando quell’appellativo alla Madonna proclamandola patrona della Sicilia, quindi ben prima delle proclamazione ufficiale da parte della Chiesa Romana.
I piatti della festa dell’Immacolata
Oltre la devozione religiosa, la tradizione in Sicilia vuole che il 7 e l’8 dicembre siano due giorni da trascorrere anche in cucina, e come si ben sa, la cucina siciliana non è seconda a nessuno in fatto di prelibatezze culinarie e dolciarie.
In particolare nel palermitano il piatto tipico per eccellenza di questo periodo è lo “Sfinciuni”, la famosa morbida focaccia condita con salsa di pomodoro, cacio cavallo e acciuga.
Insieme allo Sfinciuni troviamo i cardi in pastella (“Carduna”) ed il Baccalà fritto con la “passolina”.
In molte località sicule è anche diffusa la tradizione delle “Muffulette”, le focaccine nel cui impasto si mettono semi di finocchio, condite con ricotta e cacio a pezzettini.
I dolci della tradizione
Ma sono soprattutto i dolci a rendere unica la Festa dell’Immacolata in Sicilia.
Immancabile nelle case dei siciliani la “Petrafennula”, probabilmente di origine araba è una sorta di torrone (avvolta in una carta colorata) a base di mandorle, miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro.
La “Mustazzola”, che si prepara anche per la Festa dei Morti, è un biscotto composto da farine di miele.
Dolce per eccellenza nel giorno dell’Immacolata è il “Cuccidatu”, il buccellato, che nel suo formato rappresenta simbolicamente la corona di stelle, “u stellariu” della Madonna.
È preparato con pasta frolla (o pasta di pane per quello non dolce e più tradizionale) con un ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia.
Il Cuccidatu dell’Immacolata
La tradizione vuole che la frutta secca vada messa nel pane con tutto il guscio: la ragione è facilmente spiegabile, basti pensare all’utilizzo dei forni a legna, molto potenti, che avrebbero bruciato la frutta secca senza guscio.
Inoltre, in periodi in cui si era ben lontani dall’abbondanza attuale, il doversi fermare quasi a ogni boccone per sgusciare la frutta secca permetteva al pane di durare di più.
Cosa fare in Sicilia vi riporta la ricetta dei cuccidati di pane
- 500 g Farina 0
- 3 g Lievito di birra secco
- 350 ml Acqua (circa)
- 10 g Sale
- 50 g Mandorle (o pistacchi o nocciole)
Procedimento
- Per prima cosa, mettete il pane in una ciotola.Sciogliete il lievito in 2 cucchiai d’acqua e aggiungetelo alla farina, poi continuate versando l’acqua a filo e lavorando con una mano fino a quando tutta la farina non è amalgamata.La quantità d’acqua è indicativa e può variare a seconda della farina utilizzata: per questo non va versata tutta in una volta.
- Come ultimo ingrediente, unite il sale, poi trasferite l’impasto su una spianatoia infarinata e lavoratelo per una decina di minuti, fino a quando l’impasto non è liscio ed elastico.
- Ungete una ciotola capiente, riponete il panetto, coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 4-5 ore, fino al raddoppio.
La ricetta è tratta da sito Giallo Zafferano MasterCheffa