I nuovi treni Pop in arrivo in Sicilia
I nuovi treni Pop in arrivo in Sicilia, dopo quello di quest’estate a Fontane Bianche, il treno in Sicilia conviene.
I nuovi treni
Prima l’Emilia Romagna, poi il Veneto e poi la Liguria, poi finalmente la Sicilia.
La prossima terra a riceve i nuovi convogli per il trasporto regionale di Trenitalia quindi sarà la Sicilia. Arrivano infatti ben 21 treni nuovi sulle rotaie dell’isola.
A darne notizia, l’amministratore delegato di Trenitalia, Orazio Iacono, riferendosi all’investimento dell’azienda da 6 miliardi di euro, per l’acquisto di 600 nuovi treni regionali.
I treni Pop
Si tratterebbe, secondo alcune indiscrezioni, della tipologia di treni Pop. Si tratta di un nuovo treno a mono piano e media capacità di trasporto, a 3 o 4 casse, con 4 motori di trazione.
Viaggia a una velocità massima di 160 km/h, ha un’accelerazione maggiore di 1 m/sec2 e ha una capienza di circa 530 persone, con oltre 300 posti a sedere nella versione a 4 casse, e circa 400, con 200 sedute, in quella a 3 casse.
È riciclabile al 96%, con una riduzione del 30% dei consumi energetici.
I treni di questo tipo, insieme ai treni Rock, sono parte di un ampio piano di rilancio del Gruppo FS Italiane per il trasporto regionale.
Il piano, con un investimento economico complessivo di circa 6 miliardi di euro e oltre 600 nuovi treni, garantirà, entro cinque anni, il rinnovo dell’80% della flotta.
Oltre ai nuovi treni Pop, altre notizie sulle ferrovie siciliane.
Tra le opere “strategiche” indicate dal governo Gentiloni ci sono due linee ferroviarie siciliane: la Messina-Catania e la Palermo-Catania, ancora in restyling.
Per la Messina-Catania si prevedono riduzioni di tempo dell’ordine del 37 per cento – quindi circa mezz’ora in meno rispetto a oggi -, mentre per la Palermo-Catania la riduzione è dell’ordine del 41 per cento, circa un’ora e venti minuti.
I valori assoluti dei risparmi dipendono dal tipo di treno e sono ottenuti essenzialmente da miglioramenti infrastrutturali.
Per quanto riguarda i costi, sono circolate voci di un onere attuale previsto superiore agli 8 miliardi.